Oggi parlo di me.

Mi sono svegliata così, e mi va bene così.

Alla mia famiglia e a Samo.

Il portfolio più efficace è quello da cui traspare l'essenza, la personalità e la filosofia di chi lo pubblica.
Questo l'ho letto su Linked In, o forse su Twitter.
Per costruire il mio portfolio ho realizzato che mi serviva una storia, per portare il "lettore" attraverso i miei lavori.
Presto ci sarà una voce del menu chiamata video portfolio, dove sarà possibile vedere i miei lavori ambientati in metropolitana. Qualche scenario in cui cercherò di ambientare anche me stessa.
Ma per farlo dovevo capire cosa trasmettere.
Di me, si sa, se faccio una cosa, ne penso un'altra, e quindi dato che non scrivo da molto tempo, ho riunito ciò che sono in una sorta di racconto. Mi è un po' sfuggito di mano, non è più solo la descrizione narrata del portfolio, cosa che pensavo di fare inizialmente; è diventato qualcosa di più, dove mi sento io.
Sono fiera di essere me stessa, ma nella quotidianità non amo fare show, quindi, se qualcuno volesse mai leggerlo, potrebbe avere un'idea di che tipo di persona sono. E se oggi sono come sono, lo devo a voi.

 

Oggi voglio raccontarti una storia, fare un viaggio insieme attraverso il mio mondo e la mia personalità.
La mia maestra diceva che ho il dono della sintesi, e si è sviluppato negli anni, tanto che spesso sembro poco socievole, arrivo subito al punto, e per me è quasi una questione di rispetto per il tempo altrui. Ovviamente questa attitudine dipende dal fatto che non sono incline a essere il centro dell'attenzione. Non perché non ne sia capace, anzi, lo faccio molto bene sul palcoscenico che conosco da quando ho quattro anni.
Essendo sintetica non pubblicherò mai un romanzo, la mia maestra lo sapeva, ma quello che non poteva ancora immaginare, è che nel tempo mi sarei espressa meglio attraverso le immagini. Ma non con la pittura, dato che in un quadro non saprei cosa dire. Ed ecco che entra in gioco la grafica.
L'espressione visiva di un concetto, un messaggio, e allo stesso tempo un'arte.
Cercherò in questo percorso di toccare più punti possibili senza annoiarti. Un esperto di Marketing saprebbe che un racconto non è sicuramente il modo migliore per tenerti agganciato, per di più leggere tutto questo non è stata una scelta, però è gratis! Ti sto imponendo di leggerlo, e questo non favorisce la lettura.
Diciamo come la pubblicità, il marketing virale, le Telepromozioni. Per questo sarà ancora più difficile! Ma è uno dei modi che sto esplorando per raccontarmi.
Penso che avere le idee chiare su sé stessi sia una Grazia. Chi sa esattamente cosa dire di sé ha il vantaggio di non dover perdere tempo nella ricerca, io
non sono sempre stata come sono oggi, però sono felice di approfondire il mio "essere".
Partiamo da una stazione metropolitana. Io guido, ho la macchina, e ho imparato anche a muovermi nel Grande Caos di Roma, ma mi muovo spesso con i mezzi pubblici, che oltre ai suoi evidenti lati negativi, ha un potenziale elevato rispetto alla comodità della propria auto. Si vedono molte cose.
Questo scenario mi permetterà di farti vedere, e, come dire.. "leggere tra le righe" del mio mondo.
Una pensilina, meglio vista come un tunnel, o un punto di raccordo da un punto a un altro, che come la fermata della metropolitana, ti porta altrove.
Ci sono molte persone, ognuna di loro ha una storia che sta vivendo. Avrai anche tu cercato di indovinare cosa stanno vivendo nel lasso di tempo che condividete nello stesso spazio. Quando accade, lo vedo come una parentesi di quell'istante, diventa un film ricco di storie, e alla fine, c'è sempre il banale filo che ci lega l'uno all'altro. Ho visto "Touch" di Tim Krieg? Si, ma come tanti altri, ci pensavo già anni fa, a Milano, quando ogni giorno per tre anni "pendolavo" per frequentare lo IED.
Affisso al muro c'è il tabellone della stagione Teatrale, la Mappa della città e diverse affissioni pubblicitarie. Sull'autobus e sui convogli ci sono anche i monitor. Se ci rimani abbastanza a lungo hai una possibilità di leggere l'oroscopo del tuo segno zodiacale!
Io comunque solitamente se non sto leggendo un libro, cerco di stare al passo con le notizie relative al mio aggiornamento professionale.
Mi permetterò di fare una piccola parentesi. Un paio d'anni fa lessi un redazionale della rivista gratuita P (pocket), si trova a Parioli. In modo estremamente leggero e avvincente, ci faceva notare quante informazioni siamo costretti a memorizzare per "accedere" a praticamente metà della nostra vita. Le password di (quanti?) account, per accedere ai conti in banca, per parlare con gli amici, per cercare lavoro, per fare acquisti.. eccetera. Ci penso spesso, perché vivere in città mi ha caricato di informazioni, e lo noto perché prima abitavo in un paese di provincia, dove non serve avere una banca dati immensa.
Quando passeggi vedi sempre le stesse facce, la tua vita è molto spesso di routine, quindi si ricevono poche informazioni al giorno, perfettamente gestibili.
Oggi mi rendo conto che un viso familiare, diventa quasi un problema. L'ho già visto? dove? quando? con chi? probabilmente ha solo un viso familiare.
Quante persone avrò sfiorato nell'arco della giornata? Quante ne avrò guardate? Quante parole avrò sentito?
Ad ogni modo, sul web, ogni minuto vengono pubblicate cose. Ormai sta tutto lì, e se sai muoverti riesci a tenerti aggiornato.
Cos'è il mio lavoro? Un tempo era comporre una foto con un testo o segni grafici per produrre un'immagine che comunichi qualcosa. Oggi oltre a saperlo fare bene, devi avere almeno capacità in web design, realizzare video, programmare e conoscere almeno quattro social network, devi saperli interpretare e avere idee creative per sfondare il muro e raggiungere l'utente. Sembra semplice a dirlo. Eppure, se usi questi strumenti entri nel vortice di informazioni, altrimenti ne sei fuori. Se parliamo di prodotti il modo di farli conoscere rimane la pubblicità divulgata tramite i diversi mezzi conosciuti, ma se parliamo di siti web, social network, e servizi on line, l'unica soluzione è usufruirne. Dal mio punto di vista il banner pubblicitario è quella cosa fastidiosa che non va cliccata per nessun motivo. Non mi fido dei banner, ma quando navighi e vedi le icone a fianco a Facebook e Twitter, capisci che esistono anche Pinterest, Tumblr, Reddit, Stumbleupon, e chi sa quanti altri inutili ne esistano.
Quindi quando ne ho la possibilità tramite il mio iPhone apro LinkedIn, Twitter, Pinterest, Flick'r e infine Facebook. Il bello di questi strumenti è che è possibile scegliere che uso farne. Io sono passiva. Sono strumenti di informazione dove LinkedIn e Twitter, si rivelano molto utili per raccogliere ispirazione e aggiornamenti.
Scelgo di "follow" qualcuno che costantemente pubblica raccolte dei migliori tutorial, immagini per conoscere artisti della grafica, dell'animazione 3d, foto-"miracolatori". Seguire le mode grafiche. e tanto altro. Purtroppo Facebook è troppo personale per me. E poi non ho tempo.
Sono una persona abbastanza tecnologica. Il confronto, ultimamente, mi ha fatto notare quanto molti, per quanto non siano degli sprovveduti, non riescano a interagire con la nuova società che si sta formando.
File, programmi, trasferimenti di file, mail, giga mail, app. Le app... che stanno trasformando il nostro computer.
Ultilties che rapidamente ti fanno fare qualsiasi cosa. E in più puoi condividerla.
Quando ho la sensazione di essere sommersa dalla troppa tecnologia, il primissimo pensiero è rifugiarsi nella culla dell'umanità.
La nostra terra, la natura. Un casale in campagna immerso nel verde, con una piccola bottega di prodotti culinari buoni - Il mondo buono del Mulino - fatti in casa. Eh, chissà. Magari un giorno.
Sogni che appartengono ad altre epoche... ormai. Onestamente, per quanto io viva nel mondo delle favole, non posso ignorare che con la professione che ho scelto, e l'atmosfera politica di oggi, devo essere davvero fortunata per arrivarci.
Nonostante mi piacerebbe inoltrarmi in questo tema, e devo dirlo, nonostante non abbia mai preso parte al pensiero comune, sorvolerò gli argomenti famiglia e futuro, ma vorrei lasciare una traccia del mio pensiero, condiviso da tantissimi per essere ignorato; Ho 29 anni, un compagno meraviglioso, non ho sicurezze, e vivo a Roma. Il casale dove???
Poi ritorno sul mio treno affollato di gente. Penso che ci sono. Ci vivo. E dato che voglio fare il mio lavoro perché l'ho scelto, cammino in mezzo alla folla, a volte prendo le scale a fianco a quelle mobili per avere più spazio, e continuo a camminare nella fiumana.